Anche la Dott.ssa Elisabetta Cupellaro ricorda il Prof. Franco Mandelli

Data:
17 Luglio 2018

17 luglio 2018

Salve,

invio alla Vs attenzione e del Presidente dell’Ordine Dr. Giovanni Righetti una mia breve nota in ricordo del Prof. Franco Mandelli.

Avrei piacere fosse pubblicata.

Dr.ssa Elisabetta Cupellaro

Uno dei massimi esperti mondiali dell’ematologia ci ha lasciato….                                                                

Grande MAESTRO di scienza e umanità, che con grande affetto tra noi chiamavamo “zio Frank”.                    

Il suo ricordo indelebile rimarrà in ogni suo paziente e in ogni suo allievo.

Da lui ho imparato tante tante cose ….. a comunicare con il paziente secondo scienza, coscienza, umanità e sempre con il sorriso….anche con il paziente a prognosi peggiore infondendogli sempre coraggio e speranza…… a considerare il paziente non un numero di letto di ospedale ma una persona con un nome e un cognome.                                                                                                                                                              

Se l’Italia oggi vanta una delle migliori scuole di ematologia a livello mondiale è grazie a LUI.

Quasi 40 anni fa fondò il GIMEMA e come lui stesso raccontava “Era il 1982 quando alcuni colleghi, direi amici, mi seguirono nell’idea di unire le forze, convinti come me che solo con la collaborazione avremmo potuto raggiungere risultati importanti. Nacque così il GIMEMA, Gruppo Italiano Malattie EMatologiche dell’Adulto, e cominciò questa fantastica avventura che ora coinvolge quasi tutti i centri di ematologia italiani.”                                                                                                                                                                           

Questa sua intuizione fu una pietra miliare di un nuovo modello di lavoro in medicina, secondo linee guida comuni e protocolli diagnostico-terapeutici condivisi e rigorosi per trattare malattie che non disponevano di una cura.

Uno degli obiettivi era migliorare le conoscenze scientifiche e fare in modo di trasferirle anche ai centri meno esperti distribuiti sul territorio italiano, per venire incontro alle esigenze di pazienti per cui allora non c’erano cure che portassero alla guarigione.

Fu così che si cominciò a lavorare in rete e sempre più centri cominciarono a partecipare, l’adesione rigorosa ai protocolli diagnostico-terapeutici di sperimentazione clinica e la raccolta corretta dei risultati erano i soli due impegni da rispettare.

Laureata nel 1984, cominciai a fare l’ematologa proprio in un momento storico in cui il cambiamento epocale muoveva i primi passi … il paziente veniva ricoverato in reparto solo se aveva una diagnosi certa, basata su criteri definiti in protocolli diagnostico-terapeutici; una volta in reparto il paziente non ripeteva esami già fatti in regime ambulatoriale o al Pronto Soccorso e cominciava il trattamento solo se era elegibile, ossia dopo opportuna valutazione rispondente a precisi criteri clinici, citologici ecc., che permettevano l’ingresso del paziente in quel protocollo di trattamento e solo se raggiungeva un determinato risultato X (esito di una valutazione intermedia) il paziente passava ad altro setting assistenziale…. in ambulatorio o in day-hospital ematologico.

Fu LUI, il grande Professor Franco Mandelli ad aprire il primo day-hospital italiano nel 1970.

Un grande grazie al grande zio Frank !

Elisabetta Cupellaro

Ultimo aggiornamento

17 Luglio 2018, 17:58

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