L’errore medico va provato “oltre ogni ragionevole dubbio”
Data:
19 Dicembre 2007
Una infermiera di neonatologia era stata condannata in primo grado a sei mesi di reclusione per aver omesso di soccorrere prontamente una donna in gravidanza di un altro reparto e di aver così provocato la morte del feto.
Ma la Corte di Appello di Milano, con sentenza del 16/12/2005, non è giunta alle stesse conclusioni.
Non c’è alcun dubbio sulla grave omissione commessa dall’imputata, portatrice per legge di una posizione di garanzia a tutela della salute degli assistiti, ma per arrivare ad una condanna penale questo non basta.
Infatti, non esiste la certezza che, di fatto, la diagnosi più tempestiva avrebbe salvato la vita del feto o gli avrebbe consentito concrete chances di sopravvivenza.
Siccome non è stato provato il nesso causale tra l’omissione e il danno procurato, che invece va accertato "oltre ogni ragionevole dubbio", l’imputata è stata assolta.
La pronuncia della Corte di Appello di Milano applica, praticamente alla lettera, i principi stabiliti dalle Sezioni Unite penali della Corte di Cassazione in materia di responsabilità medica con la cosiddetta "sentenza Franzese" del 2002.
(Fonte: Sito internet Diritto Sanitario)
Ultimo aggiornamento
19 Dicembre 2007, 11:21
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