Terracina, è nato il ‘modello Fiorini’. Giuliani del Pd: “E’ il risultato di un lungo lavoro”

Data:
11 Aprile 2014

www.h24notizie.it Sentir parlare in questi giorni di un modello ‘Fiorini’ come esempio e modello da riproporre su più ampia scala sull’intero P.O. Centro conforta tutti coloro che negli ultimi dieci anni hanno collaborato alla costruzione di un laboratorio di salute forse unico ed esclusivo, nelle sue peculiarità, nell’intero panorama e scenario della sanità laziale. Integrare e far dialogare tra di loro sanità territoriale, sanità ospedaliera e sanità universitaria non è una stata operazione facile. Essa è il risultato di un lungo ed intenso lavorio portato avanti pragmaticamente da singoli professionisti ed operatori ispirati da una visione e da un modello di salute e politica sanitaria fondato sull’integrazione tra realtà distinte e sulla disponibilità alla contaminazione reciproca.

Metter insieme l’assistenza, la ricerca e la formazione ha significato in questi anni aprire l’ospedale ed i modelli gestionali e organizzativi della sanità alla sperimentazione di forme e strategie assistenziali nuove e all’avanguardia. Si è usciti dalla visione miope ed autoreferenziale di una sanità chiusa a riccio che punta tutto il suo futuro ed il suo successo su di un singolo operatore e professionista, anche se di grido ed accreditato, blindando i confini ed il perimetro del proprio nosocomio escludendo ogni forma di collaborazione e contaminazione con realtà esterne.

Questo percorso irto di difficoltà ma oggi latore di grandi soddisfazioni e che si presta ad essere assurto a modello ha avuto come protagonisti costruttori ed architetti, sia sul fronte ospedaliero che su quello universitario e sia tra i dirigenti medici che tra i professionisti del comparto, che molto spesso in questi anni hanno dovuto sostenere, anche a scapito di percorsi di carriera, una battaglia ed uno scontro durissimo nei confronti di chi non ha mai inteso mettere al centro del percorso di salute la persona ed i suoi bisogni, ma ha piuttosto concepito la sanità come un feudo nel quale arroccarsi e da utilizzare come bacino per il recepimento unilaterale del consenso.

A questo punto ci si potrebbe accontentare dei risultati perseguiti e tirare i remi in barca, ma così non è. Le sfide del presente e del futuro che ci attendono impongono di aprire ulteriormente i propri spazi e lasciare che la contaminazione precedentemente descritta coinvolga accanto alle diverse articolazioni del settore sanitario anche il sociale per la costruzione di reti di servizi integrati socio-sanitari orientate non solo alla cura e alla tutela della salute bensì anche al sostegno della prevenzione e di tutte le forme di fragilità e cronicità (strategia dei PDTA, percorsi diagnostico terapeutico assistenziali).

Oggi tutto questo è possibile dal momento che ci siamo lasciati alle spalle la stagione dell’oscurantismo e della miopia assistenziale. Passare da una medicina d’attesa ad una medicina d’iniziativa attraverso la trasformazione dei ruoli e delle competenze e mediante l’adozione della organizzazione per livelli di intensità di cura ed aree omogenee assistenziali non solo è utile bensì necessario ed indispensabile se si vuole che non solo l’ospedale Fiorini bensì l’intero Presidio Centro divenga il laboratorio delle nuove e buone pratiche assistenziali, il dipartimento di chirurgia del P.O. Centro in questo momento costituisce a tale proposito un modello da considerare e valutare in tale direzione.

Ivano Giuliani Coordinatore circolo PD Terracina

Ultimo aggiornamento

11 Aprile 2014, 06:43

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