Pronto soccorso al collasso, chiesto l’intervento del Prefetto

Data:
6 Aprile 2014

www.corrieredilatina.it Sono 25/30 i pazienti mediamente in attesa di una visita o di un trasferimento in reparto al Pronto soccorso dell’ospedale Goretti di Latina, un sovraffollamento che rende l’ambiente non sicuro e pazienti e lavoratori esposti continuamente a situazioni al limite della decenza. E’ in questo contesto che si è svolta l’aggressione del 18 febbraio scorso subita da un infermiere da parte del genitore di un ragazzo in attesa di accedere al reparto e ora sulla scia di quell’episodio e dopo mesi di appelli inascoltati i lavoratori del Pronto soccorso attraverso il sindacato Usb Lazio chiedono l’intervento del Prefetto D’Acunto.

UN CONTESTO PERICOLOSO. Attraverso una nota firmata dal presidente Sabino Venezia i sindacati parlano di “condizioni architettoniche ed organizzative del Pronto Soccorso di Latina che rasentano l’inverosimile” e di una “perdita di dignità che accomuna pazienti e lavoratori, con questi costretti a lavorare in un contesto pericoloso”. Tale situazione non tutela i Livelli essenziali di assistenza (Lea), mette a rischio l’incolumità  dei lavoratori del Pronto soccorso e si aggiunge ad una carenza di personale cronica, e più volte denunciata. Insomma i problemi di sempre a cui pare non si voglia guadare: continuano ad esistere spazi inadeguati alle necessità terapeutiche ed assistenziali, i servizi igienici sono carenti, non c’è nemmeno una sala adeguata per sistemare le salme e la struttura è ormai insufficiente a rispondere alla mole di cittadini che quotidianamente cercano cure e ricovero in emergenza.

LE RISORSE UTILIZZATE MALE. I sindacati, per i quali si sgraverebbe di più la struttura se si cominciasse a dimettere i pazienti anche nei giorni festivi e non solo durante la settimana, denunciano anche la mancanza dei servizi di radiologia e cardiologia nei pronto soccorso dei presidi territoriali causando maggiori trasferimenti al Goretti, il fatto che nei giorni di maggiore affluenza non vengano attivati i posti letto disponibili a Sezze e anche il fatto che alla clinica San Marco vengono trasferiti solo i pazienti stabilizzati e non gli acuti. L’Usb in attesa dell’intervento del Prefetto ha proclamato lo stato di agitazione di tutto il personale.

Ultimo aggiornamento

6 Aprile 2014, 07:44

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