Mef: niente sanzioni se non si avrà il Pos. Ma il commercialista lo consiglia (da DoctorNews del 20 giugno 2014)

Data:
20 Giugno 2014

Onere od obbligo legale e deontologico? Avvocati e commercialisti s’interrogano sul lettore bancomat, di cui gli studi professionistici così come botteghe artigiane e negozi “sono tenuti” a disporre dal prossimo 30 giugno. Il decreto “crescita” 179/2012 all’articolo 15 comma 4 non pone sanzioni al medico, artigiano o negoziante che non si doti di “point of sale”. Nel recente protocollo D/825 del 10 giugno, il ministero dell’Economia –in replica a una interrogazione parlamentare – sostiene che proprio per l’assenza di sanzioni il Pos non sarebbe un obbligo. «Ad oggi  chi non si adegua non incorre in alcuna sanzione specifica ma noi consigliamo di dotarsi di Pos sia per ragioni d’incasso sia per motivazioni di “immagine”», rimarca Alessandro Terzuolo, commercialista dello Studio Terzuolo Brunero che collabora con importanti associazioni mediche e odontoiatriche nazionali. «Se un paziente non può pagare perché manca il Pos, si verifica la “mora del creditore”; ad esempio il professionista, in caso di ritardi anche lunghi di pagamento, non potrebbe applicare l’interesse perché è stato lui a non offrire la possibilità di saldare il debito. Peraltro, non è da escludere che le sanzioni siano introdotte in un secondo momento, o con gradualità. L’importante è che non siano retroattive. Il rischio che eventuali sanzioni imposte tra mesi o anni siano fatte valere a decorrere dal 30 giugno 2014, è legato a un’eventuale interpretazione autentica del legislatore che però si scontrerebbe con l’attuale, concreta difficoltà di applicare materialmente la norma». Gli studi grandi sono già attrezzati, i più piccoli per Terzuolo dovrebbero provvedere perché può convenire: «Il cliente costretto a lunghi spostamenti perché ha scelto quel professionista non deve tornare una seconda volta per versare o saldare. Il consiglio è rivolgersi subito alla banca di riferimento: se c’è un buon rapporto, le commissioni possono scendere all’1%, che per un grande fatturato è un costo messo in conto, mentre per i micro-imprenditori andrebbe “smussato”. Sono disponibili tecnologie che utilizzano smartphone e tablet  a canone fisso di utilizzo a zero, (interessanti per il professionista “itinerante”, ad esempio il sanitario che effettua prestazioni autonome domiciliari) ma spesso –dice Terzuolo –presentano commissioni di utilizzo più alte di quelle che negli altri casi le banche praticano».

Mauro Miserendino

Ultimo aggiornamento

20 Giugno 2014, 07:18

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