In difesa del centro trasfusionale di Formia, sabato 15 in piazza Vittoria per dire no alla chiusura

Data:
9 Marzo 2014

www.h24notizie.it Appuntamento in piazza Vittoria sabato 15 marzo alle 16 per difendere la sanità, riaffermando il proprio “No alla chiusura del centro trasfusionale di Formia”, contro il decreto regionale del 6 dicembre 2013 che di fatto porterà alla dismissione delle attività del centro trasfusionale dell’ospedale “Dono Svizzero” con conseguente trasferimento a Latina.

Attualmente il bacino d’utenza del Centro Trasfusionale è costituito da circa 200mila abitanti, in aumento nei mesi estivi, ripartiti nei Comuni di Castelforte, Santi Cosma e Damiano, Minturno, Formia, Gaeta, Spigno, Sperlonga, Fondi, Itri, Monte San Biagio, Lenola, Campodimele e le isole di Ponza e di Ventotene.

Qui il Centro gestisce le richieste di terapia trasfusionale di tutto il territorio: dalle non urgenti (programmate) alle urgenti, evase entro 60 minuti, alle urgentissime (casi di imminente pericolo di vita). Inoltre, il centro trasfusionale di Formia evade le richieste di tutti i reparti dell’Ospedale sede di DEA di I Livello di Formia, dell’Ospedale di Fondi, del Presidio Ospedaliero di Gaeta e della Clinica Casa del Sole di Formia.  Oltre a farvi riferimento anche pazienti dell’area nord della Regione Campania.

In caso di chiusura, tutte le richieste andrebbero a dover essere evase dal centro trasfusionale di Latina che dista circa 80 chilometri dal DEA di Formia con evidenti problemi come la viabilità difficile che non permette in tempi rapidi il trasporto delle richieste e dei campioni ematici presso l’U.O.C. di Latina; e i costi aziendali che  lieviterebbero per il continuo impiego di mezzi e personale addetti al trasporto.

Le stesse criticità di queste settimane sono state affrontate in passato, in conseguenza della prevista chiusura in base al DCA n. U00092 del 23.11.2010, a cui fece seguito la decisione regionale di non procedere alla chiusura del Immunotrasfusionale di Formia.

“Ma è possibile che quelle stesse motivazioni che hanno portato ad annullare il decreto di chiusura – si chiedono i sanitari – ora non siano più valide? Cosa è cambiato?”

Anche predisponendo nel P.O. Sud una Frigoemoteca ben fornita, non si riuscirebbe a far fronte a tutte le emergenze/urgenze di un Ospedale sede di DEA di I Livello. Infatti, a parte le richieste urgentissime che vanno evase con la somministrazione immediata di unità di sangue, va considerato che le richieste urgenti devono essere evase entro 60 minuti dopo le necessarie prove di compatibilità fra donatore e ricevente; ma, fra viaggio di andata e ritorno ed esecuzione delle prove stesse, occorrono circa 4 ore.

Infine un ultimo dato a ribadire l’importanza territoriale del centro trasfusionale di Formia: offre una variegata attività di raccolta di sacche di sangue (circa 4000 l’anno), emocomponenti (500 circa) e tratta in sede numerosi pazienti affetti da patologie ematiche. Considerato che la Regione Lazio compra da altre regioni il sangue ed i suoi derivati, in quanto regione non autosufficiente, proprio non si capisce perché debba chiudere un centro che produce ed è indispensabile al territorio e al funzionamento di diverse strutture sanitarie.

Ultimo aggiornamento

9 Marzo 2014, 07:51

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