Goretti, l’Usb: “Nessun intervento per ridurre l’affollamento del Pronto soccorso”

Data:
5 Giugno 2014

www.h24notizie.it Dopo la lettera scritta al Prefetto, il sindacato Usb torna a porre l’attenzione sulle difficoltà dell’ospedale Santa Maria Goretti di Latina e in particolare del Pronto soccorso. Questa volta il destinatario è Flori Degrassi, responsabile della direzione regionale Salute e integrazione sociosanitaria. Marco De Marco e Sonia Pecorilli, del coordinamento regionale Usb, partono proprio dalla missiva con la quale la stessa Degrassi, un anno fa, chiedeva interventi per il contrasto del sovraffollamento del Pronto soccorso del Goretti.

In primis l’Usb rileva che la ‘holding area’ non è stata realizzata: “Se nel mese di gennaio era stata individuata dalla Direzione Sanitaria una stanza di n° 5 posti letto per pazienti in attesa di ricovero all’interno del PS, negli ultimi mesi ne è stata occupata un’altra di n° 9 posti letto per il medesimo scopo. Tutto ciò ha determinato un’ulteriore criticità logistico-organizzativa del PS, che vede così mediamente sostare nel suo interno 20 pazienti al giorno in attesa di ricovero, con conseguente riduzione di spazi e risorse. Infatti, il personale del PS deve farsi carico dei suddetti pazienti venendo così distolto da quella che dovrebbe essere la sua attività elettiva: l’emergenza”.

Sempre l’Usb denuncia come la stanza teoricamente destinata a pazienti donne in attesa di ricovero insieme alle altre due stanze (discharge room) nel reparto accorpato di Orl-Oculistica-Nefrologia non sono rimaste aperte a causa della mancanza di personale. Inoltre, scrivono De Marco e Pecorilli, l’attivita dei bed manager non ha portato i risultati sperati a causa di “inadeguata realizzazione del sistema di allarme di sovraffollamento; il persistere dei tempi medi di degenza troppo alti nei reparti di medicina e Chirurgia; l’inattivazione di dimissioni nei giorni festivi; l’assenza di un sistema informativo sull’occupazione di Posti letto, visualizzabile in tempo reale al PS/DEA”.

“Detto questo -prosegue la nota – bisogna evidenziare che le misure correttive per l’affollamento presso il PS di Latina, disposte dall’unità di crisi istituita in seguito ai gravi fatti avvenuti a carico del nostro delegato/infermiere del PS, non sono ancora operative. Ci si chiede perciò se il finanziamento regionale straordinario per “interventi di manutenzione e ristrutturazione aree di emergenza” sia pervenuto alla ASL di Latina, e come, in caso affermativo, venga gestito, dato che nessun intervento strutturale deciso dall’unità di crisi, è stato mai realizzato. La sua realizzazione risulterebbe fondamentale al buon funzionamento del PS, dato che al momento attuale una sola stanza riesce a visitare a pieno regime: due sono occupate da pazienti in attesa di ricovero e una terza dall’OBI”.

“Anche l’area di triage – spiegano dall’Usb – potrebbe trarne beneficio da questo finanziamento: essa è totalmente inadeguata non riuscendo a garantire la privacy del paziente e non assicurando un’adeguata sorveglianza e osservazione di tutti gli utenti in attesa di essere visitati. Infine va sottolineato come ultimamente anche nella stessa struttura si è aggiunta l’attività di consulenza pediatrica, sempre a carico del personale infermieristico del PS, in spazi inadeguati e promiscui”.

Infine i responsabili dell’Usb, che il prossimo 10 giugno incontreranno proprio la dirigente Degrassi, si dicono convinti della necessità di potenziare i Punti di primo intervento territoriali  “e non di sopprimerli, come sembra di capire dalla nuova politica aziendale”.

Ultimo aggiornamento

5 Giugno 2014, 07:25

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