Disagi ad Oncologia, viaggio nel reparto dimenticato

Data:
12 Marzo 2014

www.corrieredilatina.it La crisi mette a dura prova anche l’impegno del volontariato: l’associazione Valentina non ha più i fondi per tenere aperto l’appartamento per i familiari dei malati. E il servizio di psicologia è stato cancellato l’anno scorso dopo 13 anni di attività.

Ci sono malattie che più di altre chiedono alla società e alla coscienza civile di noi tutti l’assunzione di un grande senso di responsabilità nell’informare, nel prevenire, nel curare con dignità e speranza, nell’accompagnare in un percorso pieno di ostacoli fisici e psicologici. Una di queste è il cancro. E in un reparto dove si cura il cancro le condizioni per farlo dovrebbero essere vicine all’eccellenza. Al Goretti nonostante la professionalità di medici e infermieri e l’impegno delle associazioni volontarie siamo invece in una situazione che comincia ad essere lontana anche dal semplice e basilare concetto di decenza.

NUMERI E DISAGI. Parliamo del reparto di oncologia che gestisce circa 5000 ricoveri annui con un ambulatorio di oncologia da 4000 visite annue e un Day Hospital da 7000 accessi. Da quando ha aperto la nuova Ematologia e sono stati trasferiti i pazienti, le stanze che erano del vecchio reparto di ematologia (che furono accorpate sullo stesso piano con quelle di oncologia per esigenze legate alla carenza di organico) sono diventate degli uffici anziché essere destinate ai malati oncologici per migliorare la situazione del reparto e per offrire standard di assistenza migliori. Il risultato è un viavai continuo in un settore dove si curano malati anche molto gravi ed in condizioni di salute delicate in quanto immunodepressi dalle terapie. Anche sul fronte dell’igiene i problemi non mancano e sono noti, basta dare uno sguardo agli ambienti sprovvisti di doccia, di arredi e con bagni in condivisione tra più stanze.

L’ONCOLOGIA DECLASSATA. Con un bacino di utenza di 250 mila abitanti il reparto con dodici posti letto diretto dal primario Enzo Veltri subisce un continuo depauperamento delle risorse: due medici sono stati spostati a Gaeta, uno con un trasferimento e l’altro come turnista, ci sono nove medici a fronte dei dieci previsti ma tra maternità, malattie e trasferimenti si fa fatica a controllare la situazione. I medici si dividono tra le guardie in ematologia e medicina nucleare in un reparto, aperto 24 ore su 24 e 365 giorni all’anno, che garantisce anche l’emergenza al pronto soccorso con la guardia garantita giorno e notte. Insomma gli ospedalieri si fanno carico dell’oncologia di tutta la provincia dal Garigliano fino ad Aprilia e questo perché quello del Goretti è l’unico pronto soccorso oncologico della provincia. Se un paziente è seguito a Roma in una struttura che non ha il pronto soccorso oncologico, in caso di emergenza viene a Latina. In più l’oncologia romana chiude l’estate e nel periodo natalizio e capita spesso che il reparto si trovi a gestire anche pazienti non oncologici ma terminali, che in provincia potrebbero trovare posto in altre quattro strutture preposte alla gestione del malato terminale.

L’ASSOCIAZIONE VALENTINA. “Qui si fanno i salti mortali per garantire una assistenza adeguata ai malati ma nessuno guarda in che condizioni medici ed infermieri sono costretti a farlo – dice Nella Carboni Magnanti, infaticabile fondatrice e presidente dell’associazione di volontariato Valentina che assiste i malati oncologici all’interno del Goretti dal 2000 – senza considerare anche i disagi dei pazienti costretti a lunghe liste di attesa per le prime visite, le visite di controllo e per le chemioterapie”. Lei che di chemioterapie purtroppo ne sa molto, moltissimo. Sua figlia Valentina, scomparsa nel 1985 all’età di 12 anni per un tumore, è stata la prima bambina che ha fatto la chemioterapia al day hospital. La sua associazione è nata per dare un senso a tutto quello che ha sofferto Valentina.E’ dal 1980 che sono qui – ho visto nascere il padiglione Porfiri, che fu uno dei primi ed unici servizi eccellenti della provincia dedicati esclusivamente all’oncologia”.

PORFIRI, LUCI E OMBRE. Oggi il Porfiri sembra aver perso l’antico decoro, e questo balza all’occhio: se dobbiamo fare una visita ci ritroveremo in uno spazio tipicamente ‘recuperato’, pieno di uffici e sportelli affidati a svariate associazioni con stanze sottratte alla degenza e con un ambulatorio confinato in uno spazio angusto con uno stretto corridoio per l’attesa dove la notte si accampano i barboni. Due anni fa di questo periodo si infiltrarono nella struttura ben 30 centimetri di acqua a causa della pioggia ed è storia nota di come i due acceleratori per la radioterapia abbiano dato in passato più di qualche problema bloccandosi e non permettendo ai malati di eseguire le terapie. Un declassamento progressivo di una struttura che è stato definita ‘centro di riferimento per tutta la provincia per il trattamento dei tumori’ e che in passato e ancora oggi grazie al sostegno del volontariato cerca di assicurare un percorso assistenziale globale al malato oncologico e alla sua famiglia.

CASA PER MALATI E FAMILIARI A RISCHIO. Come nel caso dell’appartamento messo a disposizione dall’associazione Valentina da quattro anni, dove vengono ospitati i pazienti oncologici che effettuano le cure radioterapiche di 30 giorni e sono residenti fuori Latina. “Abbiamo ospitato tante persone specialmente da Ponza ed ancora più lontano – dice la Magnanti – ma rischiamo di non poter più assicurare questo servizio. Abbiamo un affitto da pagare e i fondi, finora raccolti con iniziative benefiche, scarseggiano. Stesso discorso per il prezioso servizio di psicologia ai malati, cancellato l’anno scorso dopo 13 anni di attività e ora assicurato solo occasionalmente grazie ad un medico volontario.  L’associazione ha sempre operato sul territorio con il lavoro e l’impegno di una solidarietà che fa la differenza e si è sempre segnalata per serietà, efficenza organizzativa e umanità al servizio dei malati. L’anno scorso grazie all’associazione sono state ristrutturate e rimesse a nuovo l’accoglienza e la sala di attesa del reparto ma “non basta – dice la Magnanti – le cose da fare sono ancora tante ma purtroppo questa crisi incide anche sul volontariato e trovare nuovi fondi è sempre più difficile”. Le malattie oncologiche sono in continuo aumento: secondo i dati diffusi dal XVII Incontro Oncologico Pontino del 2011, sono in media 2.400 le nuove diagnosi di tumore in provincia di Latina e 1.300 i decessi oncologici. Sarà sempre più l’emergenza del domani, una emergenza che senza risorse adeguate e senza la necessaria qualità dei servizi sanitari rischia di trovarci impreparati.

Ultimo aggiornamento

12 Marzo 2014, 07:26

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